mercoledì 6 dicembre 2017

Un bacio e addio


Si dice spesso, a proposito di Jimmy Liao, che i suoi libri dicano molte più cose di quante, in apparenza, ne mostrino in superficie. Questo è sicuramente vero, anche a proposito di questo libro. Se penso alla frase "Un bacio e addio", già immagino e sento il treno, sebbene né in copertina, tanto meno nel titolo, se ne ravvisi traccia alcuna. Eppure quelle quattro parole, apparentemente innocue, mi fanno pensare alle innumerevoli situazioni in cui ci si saluta in stazione, ogniqualvolta si parte per un lungo viaggio, dall'esito incerto. Scene intense che vorrebbero fermare il tempo, il bacio è qualcosa che cattura e trattiene, illusoriamente sospende: "resta qui", "vieni via con me", "non andare". Sono pensieri, sono emozioni, sono lacrime. Ci si fa il pieno dell'altro per portarselo dietro e dentro, oppure lasciarlo lì con noi sulla banchina, una volta partito il treno. Ma un bacio è solo un bacio, e quando il treno parte, ci si saluta definitivamente, tutto diviene lontano, distante, talvolta persino effimero, ed è "addio".


Ecco, io in questo titolo e in questo pensiero ci vedo tanto della poetica di Jimmy Liao, della sua commossa compostezza che tocca e trapassa, per attraversare indenni le varie stazioni della vita; perché ogni viaggio ha un senso e un significato, un origine e una destinazione, e sta a noi cercare di viverlo nel miglior modo possibile, facendo scorta di quello che resta, raccogliendo per strada quello che serve, facendo tesoro degli incontri e delle esperienze.


Il treno è un elemento fondamentale di questo albo, e non solo perché campeggia nella quasi totalità delle sue tavole. E' un elemento reale, nel viaggio del piccolo orfano e del suo cane, fino alla casa del nonno; è un elemento ideale, nel ripercorrere tappe emotive, sogni, incubi e paure, paesaggi e scenari interiori. Il treno è come la navetta di un telaio nel grande ordito della vita, dove Liao intesse la sua pregiata trama. Scorre dentro e fuori, avanti e indietro (avanti perché procede verso la sua meta, indietro perché ripercorre momenti di vita del protagonista).


Il treno che penetra il paesaggio si fa compenetrare al suo interno da momenti di riflessione ed elaborazione di quanto è accaduto, in un viaggio che segna la crescita del piccolo protagonista verso la propria consapevolezza. I paesaggi mescolano elementi reali a tratti immaginifici; si riconoscono campi olandesi e scorci da monte Fuji, che si alternano ad elementi favolistici e fiabeschi.


Animali rassicuranti come giraffe, gufi ed elefanti, vegliano sui sogni del piccolo Woody, lasciano il posto ai coccodrilli che ingoiano il treno, come oscure gallerie che spaventano, segnando il passaggio dal sogno all'incubo: Perché "avevo sentito dire che, una volta entrati  molti treni scomparivano misteriosamente". Ma è proprio nelle gallerie, nel suo alternarsi di fasci luminosi, di buio e luci, che il piccolo Woody scopre che la paura si può attraversare e lasciare alle spalle, lanciandosi in meravigliose cavalcate.


Il treno che solca i binari della memoria diventa un elemento rassicurante, all'interno delle carrozze si schiudono elementi di suggestione, barchette di carta che si spera arrivino in mare, perché "papà amava tanto il mare". Si sta caldi e al sicuro in quelle vetture, protetti, come dentro al grembo materno, al riparo dalle insidie della vita; tutto arriva filtrato, e rarefatto. E allora si viaggia attraverso gli arcobaleni e fin dentro le nuvole, dove mi chiedo se "potrò mai trovare il mio papà e la mia mamma".


Cantava De André, in Hotel Supramonte:

"Passera  anche questa stazione senza far male,
 passerà questa gioia sottile come passa il dolore"



Un albo formidabile che è un'esplosione di colori nella sinfonia delle emozioni, tra i "dimenticai", i "posso" e i "chissà, forse". Superando i paesaggi innevati di dubbi, il treno attraversa scaffali di libri, quadri di Mondrian, pianeti e cosmi, fino alla definitiva certezza di un abbraccio. Del nonno. 



Resta sul treno, la valigia dei ricordi. Ma il piccolo Woody è ormai cresciuto, e arrivato a destinazione; non ha più bisogno di tirarsi dietro il pesante fardello dei tristi ricordi.

"Nessuno può riportare sull'albero le foglie cadute. Soltanto la primavera può".

Nell'autunno della vita ci si spoglia delle certezze infrante, si aspetta che passi il rigido inverno, pensando ad una nuova primavera. Un bacio, e addio.


Una volta la mamma mi disse: "Se avrai la fortuna di viaggiare su un treno vuoto, un miracolo accadrà". Che i treni servono anche a questo. Talvolta è una scusa quella di raggiungere un luogo. Spesso sono un espediente per guardarci dentro, affacciati alla vita che ci scorre dinanzi gli occhi, dal finestrino. Perché in fondo, in questa vita, siamo soltanto persone in transito verso qualcosa, qualcuno, forse verso un altrove.

"Un bacio e addio" - Jimmy Liao - Camelozampa

Traduzione dal cinese di Silvia Torchio - Consulenza editoriale di Luca Ganzerla

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