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mercoledì 13 settembre 2017

Una gatta in fuga


Una gatta vive accoccolata alla mamma e ai suoi fratellini nella casa di un  vecchio saggio, a Damasco.  Poi accade qualcosa di strano. Un boato assordante, i muri di casa che si sbriciolano, tutti fuggono all'impazzata, spaventati. Così la piccola Samra si trova di colpo in mezzo alla strada. Inizia così "Una gatta in fuga", scritto da Vanna Cercenà (Premio Andersen 2015 come miglior scrittrice) edito da Giunti, nella collana Colibrì. Attraverso gli occhi di una piccola gatta educata dalla madre a "comprendere il linguaggio degli uomini" viene descritto il conflitto che da alcuni anni sta dilaniando la Siria.

Nella fuga per le strade di Damasco, Samra incontra una bambina di nome Ayla, che vedendo la piccola gatta a ridosso di un muro, spaventata, decide di raccoglierla e portarla con sé, a casa. Ayla chiama la gatta "Jamyla". L'assonanza tra Ayla e Jamyla non è solo nel nome, diventa emotiva. Sono entrambe due "cuccioli" increduli di fronte all'orrore che impazza per le strade, a cui sanno dare un nome (la "Guerra"), ma non un significato. 

Cos'è la guerra?

È una cosa terribile che fanno gli uomini per far morire tutti, anche i gatti”.

Agli occhi incantati dei bambini non esiste una ragione plausibile per spiegare tale orrore.

 “Io gli uomini proprio non li capisco. Perché si buttano addosso delle cose che scoppiano e fanno una gran fiamma?”.

La situazione a Damasco si è fatta troppo pericolosa, così la famiglia di Jamyla decide a malincuore di lasciare la Siria cercando rifugio presso alcuni parenti, in Europa. Sono decisioni sofferte, che lacerano, perché una parte di te resta ancorata lì. Perché non sono solo giardini, muri e giochi, sono anche nonni, troppo anziani e malati per seguirti.

Inizia così la fuga per le strade del deserto, attraverso le "scatole di ferro con le ruote" dimorando in alcune "specie di città fatta di case di ferro o di tela tutte uguali", correndo rischi e schivando paure, fino ad arrivare, per la prima volta nella vita, a vedere il mare. Già il mare, quella distesa azzurra che pare infinita, di fronte al quale lo sguardo si perde. Quel mare che suscita curiosità, e incute timore.

"Cosa sarà il mare? Anch'io vorrei saperlo. Per ora sento solo un rumore lontano, come quando stavo sulla pancia della mia mamma e lei respirava con un suono dolce".


Vanna Cercenà imbastisce una storia incisiva, che saltella veloce e sinuosa come una gatta in fuga attraverso alcune scottanti problematiche di attualità. In cui decide di schivare il dolore, perché la storia è destinata a lettori in erba, ma non alcune domande che è lecito porsi sin dalla tenera età. Attraverso sguardi increduli in cui si miscela dolcezza e sgomento, viene mostrata ai giovani lettori di oggi l'assurdità di alcune scelte umane compiute dagli adulti, e le loro più immediate e pratiche conseguenze.
Il libro è impreziosito dalle illustrazioni di Giulia Dragone, che si fanno circolari e avvolgenti, disegnano  mondi affettivi, abbracci in cui perdersi, tratteggiando orizzonti di pace e itinerari salvifici. Accompagnano la lettura sottolineandone alcuni momenti topici, che sono quelli che poi restano impressi agli occhi speranzosi dei bambini.

"Una gatta in fuga" - Vanna Cercenà, illustrazioni di Giulia Dragone - Giunti Kids e Junior , Collana Colibrì

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