venerdì 25 agosto 2017

Per fare il ritratto di un pesce


"Tuttavia, se più tardi ancora,
dopo aver a  lungo atteso,
vedete arrivare due cigni bianchi,
allora si, francamente,
la questione è molto inquietante".


Potrebbe essere una costola alla deriva del romanzo "Oceanomare" di Alessandro Baricco, per la sua improbabile visionarietà e la contemporanea presenza di alcuni elementi di contorno; si pensi al mare, alla tela, al pittore, al tentativo di rappresentare quel che non si vede, dove nulla è come appare: ricordate Plasson, che dipinge usando l'acqua marina, raffigurando vedute oceaniche su tele che restano ostinatamente bianche?


Potrebbe essere un dichiarato omaggio al genio pittorico di René Magritte, per il suo elogio al surreale,  per quel fitto e appassionante carteggio tra realtà e illusione, sogno e mistero, capace di instillare dubbi tra il vero e la sua rappresentazione, e interpretazione.


Potrerbbe essere una tra le tante, possibili, trasposizioni illustrate di un ipotetico dialogo concettuale tra "l'insostenibile leggerezza dell'essere" e "la vita è altrove", di kunderiana memoria. 


Potrebbe essere tante cose, insieme, al contempo diverse; certo è che "Per fare il ritratto di un pesce" di Pascale Petit, illustrato da Maja Celija, edito da Orecchio Acerbo, è un gran bel libro, che insegna a guardare le cose da un altro punto di vista, ma anche, da più punti di vista, contemporaneamente.



A partire dalla sua disposizione narrativa, composta di due storie che si susseguono inseguendosi, mescolandosi, in parte anche confondendosi. Dove l'una presta spunti all'altra  e viceversa, finendo con l'ispirarla, indirizzarla, certo contaminarla.



C'è la storia con parole e immagini e quella contenente solo immagini.


Il protagonista della prima è un un uomo che vuole dipingere sul suo quadro un pesce. La seconda ha come protagonisti dei ragazzini che il pesce invece lo vogliono vero.



L'uomo va con la sua tela sulla spiaggia in cerca di ispirazione ma poi si addormenta e la sua tela va alla deriva, galleggiando.



I bambini vanno sulla medesima spiaggia con il loro vaso cercando di catturare un pesce nel mare. E ci riescono, ma trovano anche la tela del pittore addormentato.



E così cominciano a dipingerci sopra tanti animali che nello stesso momento entrano nei sogni di quel signore. Al suo risveglio, il pesce che doveva essere solo disegnato è diventato vero e nuota nel vaso che i bambini hanno abbandonato lì accanto a lui.



Cosa è accaduto davvero, cosa ha invece sognato, o solo immaginato? Difficile stabilirlo. Qui lo stupore e l'incanto inscenato dal racconto. Stratificato e fluido. L'orecchio sarà anche acerbo, ma ti allena l'occhio. A guardare altrove, e lontano.



Pascale Petit racconta la poesia del surreale, Maja Celija ne illustra la magia. Da questo onirico e visionario incontro artistico, Orecchio Acerbo confeziona un magnifico albo illustrato, carico di suggestioni. Dove finisce la realtà e inizia il sogno, sta a voi stabilirlo.


"Per fare il ritratto di un pesce" - Pascale Petit, Maja Celija - Orecchio Acerbo