lunedì 16 gennaio 2017

Vogliono rubare il mio tesoro


"Dove vai, Tesoro?" chiede mamma orsa. 
"Vado a giocare con i pinguini. Mi annoio un po' a stare da solo.
"Non ti allontanare troppo, Tesoro.
"Ma no, ma no. Non ti preoccupare, mamma." Ma i pinguini non vogliono giocare con Tesoro.

 

Inizia così un'avventura tanto tenera quanto rocambolesca, giocata sul filo dell'equivoco tra il tesoro materiale, fatto di monete d'oro e oggetti preziosi, e il "Tesoro" cucciolo d'orso polare.


Ma ecco che una scialuppa si avvicina. Sono dei nuovi amici? Però hanno l’aria antipatica, urlano forte e cercano il tesoro. Come? Questi bricconi conoscono Tesoro? Stanno cercando proprio lui? Presto, bisogna nascondersi. 


Come andrà a finire?


"Vogliono rubare il mio tesoro" - Alex Cousseau, Philippe - Henri Turin - Babalibri

Anna ritrova i suoi sogni


 "C'era una volta Anna, una bambina che aveva perso i suoi sogni. Vagava nel bosco, da sola. Ma un vecchio saggio e gentile la trovò e la portò in una casa speciale. E li Anna non fu più sola, e piano piano ritrovo il desiderio di sognare..."


Ancora Carthusia, ancora situazioni che hanno "bisogno di una storia". Ancora Beatrice Masini, stavolta accompagnata dalle illustrazioni di Daniela Villa, per una storia realizzata in collaborazione con il CAF (Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla Famiglia in crisi di Milano) per parlare in modo delicato e poetico di maltrattamento con i bambini. 



Perché "una fiaba può raccontare cose importanti e difficili con parole leggere. Può aiutare grandi e bambini a parlare".

 

Certo, ci vuole una grande sensibilità. Beatrice Masini, ormai lo sappiamo, ce l'ha. Sia lei che Daniela Villa siano state seguite e sostenute nella loro opera dalla consulenza degli operatori del CAF (clinici, psicoterapeuti, pedagogisti…), tanto e tale è delicata la situazione che fa da sfondo alla storia. 

 
Evidenzio un passo, tra i tanti, che mi è rimasto impresso.

Una mattina a colazione Julia disse:
"Questa notte ho sognato che avevo le ali e volavo".
"Come un angelo?" le chiede Victor, agitando le braccia come se fossero ali.
"Proprio così" disse Julia. "Guardavo il mondo dall'alto; era tutto molto piccolo, bello, speciale".
Anna si alzò da tavola e corse fuori piangendo.
Julia la seguì. "Che cos'hai, piccola?" le chiese, asciugandole le lacrime.
"Io non faccio mai nemmeno un sogno" disse Anna.
"Di notte vedo come un buco nero. Io corro corro e alla fine ci cado dentro. Non ho i sogni. Non sono capace di sognare".
Julia la strinse a sé e disse: "A volte i sogni si perdono Anna. Ma con tanta pazienza si può imparare a sognare ancora. Si possono avere i desideri. Come desiderare di volare".
"Tu mi aiuterai?" le chiese Anna.
"Ma certo" disse Julia. "Farò tutto quello che posso".


Certo che quella prima fatidica inquadratura, di Anna "perduta" che vaga nel "bosco", scenario che, dai tempi di Dante è sinonimo di smarrimento, è più eloquente di qualsiasi spiegazione. Il resto è un invito a leggere qualcosa di importante e potente che non mi è facile descrivere a parole. 


Anna ritrova i suoi sogni è "la fiaba di Anna, di Jonas, Lucas, Victor, Maria e Lucilla è dedicata ai bambini in difficoltà che hanno bisogno di un luogo dove trovare accoglienza e protezione; è dedicata agli adulti che vogliono aiutarli a ritrovare la serenità dall’infanzia, è dedicata ai compagni di scuola, perché possano comprendere lo smarrimento di chi ha una storia complicata."

"Anna ritrova i suoi sogni" - Beatrice Masini, Daniela Villa - Carthusia


mercoledì 11 gennaio 2017

La bananottera


 "Un bel giorno Lena incontrò Fanone, un immenso re elegante e gentile, e lo sposò in una notte di luna piena. La grande palla dorata splendeva nel buio come neppure il sole aveva mai fatto nelle giornate serene, e la grossa balena ne rimase incantata. Forse fu quella luce luminosa la causa di tutto e qualche mese dopo nacque Nana, che già da neonata era robusta e forte, ma con una caratteristica molto speciale".



La "Bananottera" di Maria Luisa Riccioli, illustrata da Monica Saladino, edita da VerbaVolant, è una deliziosa storia sulla "diversità". Nana è una piccola balena di colore giallo, come quello delle banane. Questa caratteristica finisce per spiazzare gli altri animali che popolano il mare, i quali, preoccupati da questa diversità a cui non sanno dare una spiegazione, guardano il piccolo animale con sospetto finendo per schernirlo, "dietro le pinne".



Poiché Nana ha lo stesso colore della banane trasportate dalle enormi navi "bananiere", l'equazione fu presto fatta: Banana + Balenottera = Bananottera.

 
Sebbene la Regina Lena si sforzi di riempire d'amore sua figlia, cercando di ripararla, per quanto possibile, dalle malelingue, la piccola Nana soffre i cori di scherno degli altri abitanti del mare.


Un giorno, una baleniera, condotta dal capitan Millemari, cattura la Regina Lena, la quale urla alla piccola Nana di fuggire via: "speciale" come è, con il suo colore giallo, rischia di essere catturata anche lei. Ma Nana non fugge perché non intende abbandonare la madre al suo triste destino. Seguendo l'esempio di Nana, le altre balene si riuniscono in gruppo e come un grande roboante esercito si dirigono verso la baleniera, per liberare Lena. 


Il capitano Millemari e il suo equipaggio finiscono nelle gelide acque dell'oceano, e a quel punto Nana nuota in loro soccorso, caricandoseli in groppa, fino a condurli in salvo, lasciandoli su un iceberg, dove saranno soccorsi da un'altra nave di passaggio.


La piccola Nana è diventata l'eroina del mare. Ora tutti la festeggiano, tutti reclamano le sue attenzioni. Il giallo della sue pelle non è più un problema.


 Il libro si conclude con un decalogo di comportamenti da tenere nel pieno rispetto dell'ecosistema marino, ivi compresa una descrizione della vita sott'acqua, e le peculiarità di alcuni animali acquatici protagonisti della storia, come animali e delfini.

 
 

"La Bananottera" - Maria Luisa Riccioli, Monica Saladino - VerbaVolant